Mestruazioni e allattamento
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Il ritorno del ciclo mestruale dopo il parto varia da mamma a mamma. Scopri come l’allattamento influisce sulle mestruazioni e cosa aspettarti.
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Allattamento e mestruazioni: come fare per stimolare la produzione di latte
Così come un seno sgonfio non indica necessariamente una mancanza di latte, la ricomparsa delle mestruazioni non segna necessariamente la fine dell'allattamento al seno.
Tuttavia, può accadere che con la ripresa del ciclo mestruale ci si trovi alle prese con fluttuazioni nella produzione di latte, che può diminuire soprattutto nella seconda metà del ciclo.
Anche in questo caso a entrare in gioco sono gli ormoni. Ma non è il caso di preoccuparsi: in genere sono cambiamenti temporanei e l'assunzione di prodotti specifici può aiutare a ridurre al minimo i cali di produzione di latte.
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Il ruolo degli ormoni
Sia in caso di parto naturale sia in caso di cesareo, a entrare in gioco nel legame fra allattamento e mestruazioni è la prolattina. I livelli di questo ormone aumentano già durante la gravidanza; i suoi livelli nel sangue iniziano a crescere tra la sesta e l'ottava settimana di gestazione per raggiungere, una volta giunti al termine, una concentrazione pari a 200-300 ng/ml.
Dopo la nascita del bambino, in una mamma che allatta al seno i livelli di prolattina rimangono elevati per 4-6 settimane. Ogni poppata stimola la cosiddetta “febbre di prolattina”: la produzione dell'ormone aumenta rapidamente, e la sua concentrazione nel sangue cresce tra 3 e 5 volte. Il livello massimo viene raggiunto circa 10 minuti dopo che il bambino ha smesso di succhiare; a questo punto il livello di prolattina inizia a diminuire, ritornando ai valori basali dopo circa 3 ore dall'inizio dell'ultima poppata.
Le elevate concentrazioni basali di prolattina e l'aumento della sua secrezione in corrispondenza delle poppate promuovono il mantenimento di uno stato in cui l'ovulazione è totalmente (o comunque fortemente) inibita. A entrare in gioco è l'effetto della prolattina sui livelli di altri due ormoni: il progesterone e gli estrogeni.
Il primo è un ormone fondamentale per la gravidanza. Normalmente viene prodotto durante la seconda metà del ciclo mestruale, quando prepara l'utero ad accogliere un eventuale embrione. La prolattina agisce sopprimendo la sua secrezione.
Gli estrogeni, invece, sono coinvolti nel controllo del ciclo mestruale. I loro livelli raggiungono un picco massimo nella fase centrale del ciclo e un minimo durante le perdite mestruali, e diminuiscono drasticamente con l'arrivo della menopausa. Anche in questo caso l'azione della prolattina porta all'inibizione della loro secrezione.
Quando la prolattina diminuisce
In un periodo variabile tra le 8 e le 18 settimane successive alla nascita del bambino i livelli di prolattina possono tornare gradualmente ai valori presenti prima della gravidanza. Le poppate possono continuare a farli aumentare, ma i picchi raggiunti diminuiscono. Si può arrivare anche a una situazione in cui l'incremento della prolattina è molto basso (o addirittura nullo) nonostante il latte continui a essere prodotto.
In molti casi questa diminuzione dei livelli di prolattina è dovuta alla riduzione della frequenza e della durata delle poppate. Per mantenere i livelli di prolattina elevati ed evitare la comparsa del primo flusso mestruale (il cosiddetto “capoparto”, da non confondere con l'abbondante perdita di sangue dopo la nascita del bambino) è quindi importante mantenere una buona frequenza nelle poppate. In genere ne basta un minimo di 6 al giorno, ciascuna lunga almeno 8 minuti, per ottenere questo effetto.
Tuttavia, i livelli di prolattina non sono sempre determinanti nella ricomparsa delle mestruazioni.
Mestruazioni, quando tornano?
A volte la prima ovulazione dopo il parto può essere abbastanza precoce e verificarsi alla nona o alla decima settimana. In questi casi il capoparto compare 11-12 settimane dopo il parto, ma non mancano nemmeno le donne che devono attendere più di un anno prima che le loro ovaie si rimettano in moto.
Per quanto riguarda le mamme che scelgono di allattare esclusivamente al seno, è frequente che non vedano ricomparire le mestruazioni per 3-6 mesi dopo il parto, o anche più. Questa particolare condizione viene detta “amenorrea da lattazione”.
Dal punto di vista biologico ed evolutivo l'assenza di mestruazioni (amenorrea) offre un vantaggio per il bambino, che non dovrà condividere le attenzioni della mamma con un fratellino o una sorellina in arrivo. Ha quindi senso il fatto che la diminuzione della frequenza e della durata delle poppate aumenti la probabilità di tornare a essere fertili: significa che il piccolo ha meno bisogno della sua mamma per nutrirsi, e che quindi la mamma potrebbe essere pronta per avere un altro bambino.
Qualunque sia il significato di questo fenomeno, la maggior parte delle neomamme torna ad avere il ciclo tra 9 e 18 mesi dopo la nascita del loro bambino. Alcuni fattori possono promuoverne la ricomparsa:
l'aumento delle ore dormite dal bambino durante la notte, che fa sì che alcune poppate notturne vengano saltate
il ritorno della mamma al lavoro, che aumenta durante il giorno le ore trascorse tra una poppata al seno e l'altra
l’alimentazione complementare, quando l'introduzione di cibi solidi nell'alimentazione del piccolo riduce la frequenza e la durata delle poppate.
Il metodo dell'amenorrea da lattazione funziona come anticoncezionale?
Il consiglio generale è di non affidarsi esclusivamente all'amenorrea da lattazione per evitare una nuova gravidanza perché la sua efficacia non è garantita. Piuttosto, è meglio chiedere consiglio al proprio ginecologo.
In generale, la probabilità che funzioni è maggiore se sono trascorsi meno di 6 mesi dal parto, ma anche prima del compimento del sesto mese di vita del bambino può entrare in gioco la frequenza delle poppate. In particolare, le donne che non allattano esclusivamente al seno, ma ricorrono alla cosiddetta “aggiunta” o che si spremono il latte dal seno e quelle che riducono le poppate notturne perché il bambino dorme più a lungo, affidandosi al metodo dell'amenorrea da lattazione rischiano una gravidanza. Per questo stesso motivo l'efficacia del metodo dell'amenorrea da lattazione è inferiore nelle mamme dei bambini che utilizzano il ciuccio.
È possibile far tornare le mestruazioni durante l'allattamento?
Accanto alle donne che vorrebbero sfruttare l'amenorrea da lattazione per evitare una gravidanza, ci sono anche quelle che vorrebbero veder ricomparire le perdite, intimorite dalla prospettiva di un ciclo che non arriva anche per più di un anno.
In realtà nella maggior parte dei casi non c'è da preoccuparsi: la diminuzione delle poppate è in genere sufficiente a ridurre l'effetto dell'allattamento sui livelli di estrogeni e a promuovere la ricomparsa del ciclo e dei suoi sintomi, dolori mestruali inclusi.
In ogni caso, è bene ricordare i benefici dell'allattamento sia per il bambino sia per la sua mamma. Per le donne, l’allattamento al seno aiuta per esempio a dimagrire e recuperare il peso forma e a ridurre rischio di tumore del seno e dell'ovaio.
Per di più la mancanza delle mestruazioni può essere vista non come una limitazione alla fertilità, ma come la capacità del corpo della mamma di sintonizzarsi con i bisogni del suo bambino, ai quali, in questo particolare momento della vita, è importante saper rispondere nel modo migliore possibile.
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