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Le prime poppate

Tempo medio di lettura: 7 min

I primi momenti dell'allattamento sono i più delicati: scopri i nostri consigli per iniziare al meglio.

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Cominciare bene fin dalla prima poppata

Per promuovere una produzione di latte costante e adeguata sin dall’inizio e per i mesi successivi, è molto utile:

  • favorire il contatto “pelle a pelle” tra mamma e bambino durante la prima poppata, che deve durare il più a lungo possibile, idealmente per almeno un paio d’ore o fino al completamento della poppata;

  • il corretto posizionamento del piccolo.

Il corpo della mamma aiuta infatti il bambino a mantenere una temperatura adeguata e ha un effetto calmante, che ne regolarizza il respiro e il battito cardiaco. Inoltre, le neomamme che allattano già in sala parto hanno più probabilità di allattare a lungo rispetto ai casi in cui viene ritardata la prima poppata. 
Alcuni studi hanno anche dimostrato che la stretta vicinanza in particolare con la mammella, il capezzolo e l’areola causa il rilascio dell’ormone ossitocina, che favorisce la contrazione dell’utero e il controllo dell’emorragia post partum. 
Quando il piccolo è posto sull’addome materno, è in grado di portarsi al seno spontaneamente. Per prevenire la possibilità di irritazioni o ragadi, occorre verificare che il bambino apra bene la bocca e che prenda sia il capezzolo sia parte dell’areola. 

Se il piccolo si attacca bene, la mamma non prova dolore, fatta eccezione per i primi giorni in cui ci può essere un lieve fastidio. 

La prima settimana di allattamento al seno deve essere considerata un po’ come un periodo di prova per mamma e neonato. Non ci si deve aspettare che all’inizio tutto sia perfetto e regolare.

Nel corso dell’allattamento, inoltre, può accadere, o anche solo sembrare, che ci sia una diminuzione nella produzione di latte. In questi casi è possibile ricorrere a Piùlatte, un integratore a base di SILITIDIL® e Galega officinalis, nota per la sua funzione galattogoga, ovvero che favorisce la produzione del latte materno.

Quanto deve durare la poppata

La poppata potrà richiedere pochi minuti o anche più di mezz’ora, il consiglio quindi è quello di trovare un posto tranquillo, una posizione comoda e mettere da parte l’orologio senza calcolare per quanto poppa. Se il neonato è agitato o nervoso durante la poppata, forse non riesce a succhiare bene. Controllate la posizione ed eventualmente massaggiate un po’ il seno per favorire la fuoriuscita di latte. 

La durata del pasto può variare in rapporto alla velocità di flusso del latte e al comportamento del neonato: quando il bambino è sazio si stacca da solo. Se sta attaccato per più di mezz’ora non vuol dire che mangia troppo, ma solo che questo è il tempo che gli occorre per saziarsi. 

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Per saperne di più

Affrontiamo qui di seguito i temi che spesso agitano le neomamme, per esempio per quanto allattare, quanto deve mangiare un neonato a poppata, se bisogna svegliare un neonato per la poppata o, ancora, se bisogna fare il bagnetto prima o dopo la poppata.

Quanto deve mangiare un neonato a poppata 

I bambini non sono tutti uguali, poppano in modo diverso l’uno dall’altro e si regolano naturalmente rispetto alla quantità di latte da assumere a ogni poppata.

Nei primi uno/due giorni alcuni sembrano disinteressati, in seguito le poppate possono diventare molto frequenti soprattutto nelle prime settimane. Allattando ogni volta che il bambino lo chiede, anche ogni ora, verrà prodotto latte a sufficienza per le sue esigenze.

In generale è importante che sia il piccolo a dettare il ritmo delle poppate, non serve una tabella di marcia predefinita. Imporre uno schema rigido per i pasti del neonato (decidendo a priori quante ore devono passare tra una poppata e l’altra e quanti pasti deve fare al giorno) può essere controproducente e portare a uno scarso accrescimento. 

Il pianto è un segnale tardivo di fame e molti neonati hanno difficoltà ad attaccarsi al seno quando si innervosiscono e iniziano a piangere. È quindi importante imparare a cogliere i segnali di fame che il neonato invia. I più tipici sono i seguenti: il piccolo si lecca le labbra, fa movimenti di suzione, gira la testina verso la mamma, si porta le mani alla bocca o sulla faccia oppure si succhia le manine. 

Se il bambino piange dopo la poppata o avete l'impressione che abbia bisogno di succhiare ancora, è utile farlo attaccare nuovamente al seno invece di proporgli un succhiotto o qualcosa da bere (acqua, tisane ecc.). 

Poppate ogni tre ore: da quando

Nei primi tempi si consiglia di non far passare più di 2-3 ore tra una poppata e l’altra e di scegliere un tipo di allattamento cosiddetto “a richiesta”, ovvero senza orari fissi e calcolo delle poppate. Nelle prime settimane una frequenza di 8-12 poppate al giorno è da ritenersi nella norma.

Una volta trascorse le prime settimane, però, uno dei desideri di molte mamme, è di distanziare le poppate di almeno tre ore, soprattutto di notte. 

Molte neomamme sono infatti convinte che il numero delle poppate debba diminuire di pari passo con la crescita del piccolo. In realtà non c’è una regola precisa: ogni bambino è diverso e ogni storia di allattamento è differente. In generale si sconsiglia di distanziare volutamente le poppate, in quanto è importante lasciare il bambino libero di poppare quando ne sente il bisogno. 

Alle molte donne che si chiedono come distanziare le poppate, si può quindi solo consigliare di avere pazienza: sarà il piccolo a guidare il ritmo in relazione ai suoi bisogni e al suo sviluppo psicomotorio. 

Poppate troppo lunghe: cosa fare

La durata di una poppata dipende da numerosissimi fattori. È difficile stabilire un tempo ottimale: c’è il neonato affamato e vorace che mangia sempre, succhia in modo vigoroso e svuota le mammelle in cinque-dieci minuti, e quello più pigro che succhia lentamente, si addormenta e rimane quindi attaccato per un tempo molto lungo. 

Nel primo caso, la mamma si chiederà come allungare le poppate, in modo che il bambino mangi con più calma. Nel secondo, invece, il desiderio della mamma sarà quello di ridurre il tempo della poppata. 
In linea teorica, per interrompere la poppata si può infilare un dito nell’angolo della bocca del bebè e spingere verso il basso, in modo che si stacchi dal seno. Ma, a meno che il neonato non sia attaccato in modo scorretto (caso in cui è consigliabile interrompere la poppata per farlo ri-attaccare in modo adeguato), gli esperti consigliano di lasciare succhiare il bambino finché non si stacca spontaneamente; a volte si sazia con un solo seno, altre volte succhia da entrambi. 

Svegliare il neonato per la poppata 

In generale non dovrebbe esserci bisogno di svegliare il neonato per la poppata, perché il bebè lo fa da solo seguendo il suo stimolo della fame, normalmente 6 o 7 volte nelle 24 ore. Se non lo fa e si mostra particolarmente pigro, è possibile svegliarlo ogni due ore di giorno, e ogni tre o quattro ore di notte. Se il neonato dorme un buon sistema per svegliarlo può essere quello di cambiargli il pannolino e lavarlo. Dopo il primo mese, è possibile che il bambino allunghi la pausa notturna, portandola gradualmente a 5 ore. 

Come togliere le poppate notturne

Bisogna tenere presente che, anche dopo i primi tre-quattro mesi, le poppate notturne sono importanti per mantenere la produzione di latte.

Spesso l’eliminazione della poppata notturna avviene in concomitanza con l’inizio della alimentazione complementare, che contribuisce a saziare maggiormente il bimbo, tanto da favorirne il sonno durante le ore notturne. La decisione di togliere o diminuire le poppate notturne deve comunque essere sempre valutata tenendo conto delle esigenze del bambino e in accordo  con il pediatra.

Il bagnetto prima o dopo? 

Rassicuriamo subito le mamme: non c’è pericolo di congestione a fare il bagnetto con l’acqua a 36-37 °C dopo la poppata. Potete dunque decidere di fare come ritenete più opportuno: se il neonato si sveglia molto affamato, sarà meglio rimandare il bagnetto dopo la poppata. Se è sveglio e non è affamato, si può fare prima.

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