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Svezzamento e frutta

Tempo medio di lettura: 7 min

La frutta è uno degli alimenti ideali per iniziare lo svezzamento. Scopri con quale iniziare e come proporla al tuo bambino.

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Introduzione

L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e il Ministero della salute raccomandano l’assunzione di latte materno almeno fino ai 6 mesi di vita. Dal sesto mese di vita compiuto, il latte materno da solo non è più sufficiente per soddisfare i bisogni nutritivi del bambino. Si può iniziare dunque il cosiddetto svezzamento, con l’aggiunta di cibi solidi e semisolidi (biscotti, frutta, minestrine). A questa età il bambino è infatti ormai pronto da ogni punto di vista (psicologico, motorio, digestivo) a un tipo di nutrimento diverso dal latte materno e potrà accettare il cucchiaino e gestire la deglutizione di cibi densi.

Altri indizi che indicano che il neonato è pronto per il divezzamento sono rappresentati dalla perdita del riflesso di espellere dalla bocca tutto ciò che non è liquido (il cosiddetto riflesso di estrusione), dall’interesse mostrato dal piccolo per gli alimenti assunti dai genitori e dalla capacità di afferrare il cibo e portarlo alla bocca con una certa coordinazione.

È bene che i genitori si consultino con il pediatra, che valuterà le esigenze nutrizionali, la crescita statuto-ponderale e lo sviluppo neurofisiologico del bambino e darà indicazioni ai genitori su quando e come iniziare lo svezzamento e su quali alimenti puntare per iniziare ad affiancare all’allattamento l’introduzione di cibi semi-solidi.

I bambini non sono tutti uguali. Le mamme lo sanno benissimo. Questo vale per il sonno, per il gioco e, naturalmente, anche per i gusti alimentari. Per questo non esistono regole universali che indichino quando iniziare lo svezzamento.

Svezzamento con la frutta: come fare?

La frutta è necessaria per il benessere del bambino perché ricca di vitamine, fibre e sali minerali, nutrienti fondamentali per una crescita sana ed equilibrata.

Inoltre, grazie all’alta percentuale di acqua contenuta, aiuta a garantire all’organismo la giusta idratazione.

Come inserire la frutta? A quanti mesi? A che ora del giorno? In quali dosi? Queste sono solo alcune delle domande che i genitori pongono al pediatra. Partiamo dal “come introdurre la frutta” e dal “quando darla al neonato”.

Come inserire la frutta? A quanti mesi? A che ora del giorno? In quali dosi? Queste sono solo alcune delle domande che i genitori pongono al pediatra. Partiamo dal “come introdurre la frutta” e dal “quando darla al neonato”.

È possibile introdurre la frutta già a partire dai 4-5 mesi di vita, a seconda delle indicazioni del pediatra.

Come per tutti i nuovi alimenti aggiunti alla dieta di un bambino, anche l’introduzione della frutta deve avvenire con gradualità, inserendo una varietà alla volta e in quantità crescenti.

Il cosiddetto “calendario dello svezzamento” prevede che si proceda per tappe, iniziando con frutta omogeneizzata (che ha la consistenza simile a una purea) da offrire al bambino con il cucchiaino e consentendogli anche di “toccare con mano” ciò che gli viene proposto, in modo che possa conoscerlo con tutti e quattro i sensi e possa partecipare attivamente a questa nuova esperienza.

Non sempre, soprattutto all’inizio dello svezzamento, il piccolo accetta volentieri le novità. E lo dimostra in diversi modi: non vuole aprire la bocca, sputa il cibo, piange.

In caso di rifiuto, si può cercare di riproporre gli alimenti inizialmente non graditi, senza però forzarne l’assunzione e cercando di assecondarne le preferenze in termini sia di consistenza sia di colore e sapore, alternando proposte differenti e inserendo man mano nel menù nuove varietà di frutta.


Con quale frutta iniziare lo svezzamento?

In passato si tendeva a indicare ai genitori un preciso ordine in cui inserire i diversi alimenti (frutta compresa) durante lo svezzamento. Il criterio principale che guidava questa scelta era il grado di allergenicità degli alimenti: più era alto, più tardi l’alimento in questione doveva essere introdotto nell’alimentazione del bambino.

Esistono oggi altre teorie, secondo cui non è necessario rimandare l’introduzione nella dieta di alimenti ritenuti “allergizzanti”: è stato dimostrato che tale pratica non previene lo sviluppo di allergie alimentari nei soggetti predisposti e che l’età del bambino alla prima esposizione verso l’alimento (purché avvenga dopo i quattro mesi di vita) non ne modifica il successivo rischio.

I genitori possono quindi offrire al bambino fin dall’inizio dello svezzamento una grande varietà di cibi, a partire proprio dalla frutta. Si può per esempio iniziare con omogeneizzati a base di mela, pera, prugnae banana, da soli o in combinazione fra loro. Progressivamente possono poi essere introdotte le altre varietà di frutta (vedi anche la Tabella svezzamento).

L’unica regola da seguire è questa: se si osserva nel bambino, durante o subito dopo l’assunzione di un cibo, la comparsa di sintomi riconducibili a un’allergia alimentare è bene sospendere l’assunzione di quell’alimento e rivolgersi al pediatra, che potrà decidere se sottoporre il bambino a eventuali test o consigliare ai genitori una visita dall’allergologo.

Svezzamento: è meglio dare la frutta prima o dopo il latte?

Se le prime “merende” a base di frutta si possono introdurre già a partire dai 4 mesi, l’inizio dello svezzamento tende ad affiancare (e non a sostituire) l’allattamento al seno o con latte artificiale ancora per almeno due mesi.

Solitamente i pediatri consigliano di iniziare inserendo una o due volte al giorno (al mattino o pomeriggio) una porzione di frutta nell’intervallo fra due poppate (né subito prima dell’orario a cui è previsto il pasto con il latte, né subito dopo).

Frutta o pappa? A partire dai 6 mesi, la “tabella di marcia” prevede invece l’eliminazione di un pasto a base di latte (di solito quello dell’ora di pranzo, per poi passare verso i 7 mesi anche alla cena) con “pappe” a base di brodo vegetale, verdura frullata, farina di cereali, e una fonte proteica da scegliere fra carne, pesce e formaggio.

Svezzamento: frutta fresca o omogeneizzati?

La frutta omogeneizzata è particolarmente indicata dall’inizio dello svezzamento. Come per tutti gli alimenti destinati ai lattanti, la legislazione europea prevede che anche gli omogeneizzati di frutta debbano rispettare specifiche disposizioni a tutela dei piccolo. Rispetto alla frutta che acquistiamo quotidianamente al mercato o al supermercato, la frutta contenuta negli omogeneizzati deve superare controlli più rigidi e stringenti, anche in riferimento a pesticidi, micotossine e carica batterica. Gli omogeneizzati di frutta sono per legge senza conservanti e coloranti e per una maggior garanzia di bontà e qualità ti consigliamo di preferire gli omogeneizzati che contengono frutta proveniente rigorosamente da coltivazioni che utilizzano i metodi dell’agricoltura biologica, senza fertilizzanti e pesticidi di origine chimico-sintetica. Inoltre, quelli più adatti all’alimentazione dei neonati devono contenere solo gli zuccheri della frutta e non zuccheri o dolcificanti aggiunti.

Humana offre una linea completa:

• gli omogeneizzati di frutta biologica, preparati con pochissimi passaggi produttivi dall’albero al vasetto per preservarne il sapore, la consistenza e il gusto;

• i Frullyfrutta, frutta biologica frullata in pratiche confezioni da spremere da portare anche fuori casa.


Zucchero: sì o no?

Anche se spesso si pensa di rendere più “appetitosa” una pietanza, soprattutto nel caso dei bambini è bene evitare l’aggiunta di zucchero o sale agli alimenti.

Per quanto riguarda in particolare lo zucchero, il rischio è quello di abituarlo ai sapori troppo dolci. Una cattiva abitudine che alla lunga può favorire l’obesità e la comparsa di carie.

È quindi bene scegliere omogeneizzati o altri prodotti a base di frutta senza zuccheri aggiunti, oppure dare al proprio bambino frutta fresca “al naturale”, senza aggiungere zucchero né tantomeno miele, in particolare sotto l’anno di vita in quanto può contenere un batterio molto pericoloso, il botulino.

Se il bambino non mangia volentieri la frutta, non bisogna arrendersi o cercare di renderla più appetitosa aggiungendo zucchero, ma si può provare a variare tipologia di frutta per trovare quelle che più si avvicinano al suo gusto e poi riprovare con quelle precedentemente rifiutate.

Svezzamento: qual è la giusta quantità di frutta?

Come per tutti gli alimenti, anche la quantità di frutta deve essere regolata in base alla curva di crescita del bambino e al suo sviluppo fisiologico. Può essere proposta una o più volte al giorno, a orari diversi, per esempio durante la mattina o il pomeriggio o anche alla sera dopo cena.

Le quantità indicative di frutta che dovrebbe assumere durante il primo anno di vita sono le seguenti:

  • 5 mesi: 40gr di frutta

  • 6 mesi: 60gr di frutta

  • 7/8 mesi: 80gr di frutta

  • 10/12 mesi: 120gr di frutta

Esistono però condizioni che possono indurre il pediatra a consigliare un aumento o una riduzione delle dosi di frutta. Per esempio, in presenza di stitichezza, è bene aumentare l’apporto di fibre consumando quantità maggiori di frutta e verdura.

Al contrario, in caso di coliche e mal di pancia, nonché di reflusso, può essere opportuno limitarne il consumo per un periodo più o meno prolungato.