Come aumentare il latte materno
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Preoccupata per un possibile calo della produzione di latte? Esplora le cause comuni e scopri strategie efficaci per aumentare la produzione di latte materno, garantendo una nutrizione adeguata al tuo bambino.

Poco latte materno: cosa fare
La cosa che più stimola la produzione del latte è la suzione da parte del bambino. Il primo suggerimento è quindi quello di aumentare la frequenza e la durata delle poppate, assecondando il più possibile le esigenze del vostro piccolo, senza seguire orari o regole fisse.
Altra regola fondamentale è bere almeno due litri di acqua al giorno per reintegrare i liquidi. Durante l’allattamento è indicata Acqua amorosa, per il suo ridotto contenuto di sodio e il suo basso residuo fisso.
Ottime sono anche le zuppe, che permettono di ingerire allo stesso tempo liquidi e preziosi nutrienti, senza troppe calorie.
Inoltre, nelle situazioni in cui può accadere, o anche solo sembrare, che la produzione del latte materno sia insufficiente potete contare anche su alcune erbe che sembrerebbero favorire l’aumento della produzione di latte materno, riducendo allo stesso tempo le coliche fisiologiche del neonato. Tra queste ci sono la galega, l’anice, il finocchio e il fieno greco.
È possibile per esempio ricorrere, previo parere del medico, a un integratore come piùlatte a base di SILITIDIL® e Galega officinalis. La Galega officinalis è nota per la sua funzione galattogoga, ovvero favorisce che favorisce la produzione del latte materno.
Ricordate infine che lo stress può essere un fattore importante nella diminuzione del latte: dormire a sufficienza, mangiare bene ed evitare ansie infondate è un ottimo modo per evitare problemi. Consultate anche la nostra sezione relativa ad alimentazione e allattamento materno.
Se questo non basta, consultate comunque il pediatra o un’ostetrica prima di arrivare a conclusioni affrettate.
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Come viene prodotto il latte
Conoscere come avviene la produzione di latte nell’organismo umano può aiutare le mamme che desiderano allattare al seno non solo a partire sin da subito con il piede giusto, ma anche a cogliere possibili segnali di una mancanza di latte o comunque di alterazioni nella sua produzione.
Durante la gravidanza e subito dopo il parto, la mammella materna va incontro a modificazioni in risposta a stimoli ormonali che hanno lo scopo di garantire la produzione di latte e porre le condizioni per un allattamento al seno efficace. Una volta avviato l’allattamento, sarà la suzione da parte del bambino a stimolare la produzione dei due ormoni cardine dell’allattamento, la prolattina e l’ossitocina. La prima è responsabile della produzione del latte, la seconda invece della sua emissione.
In particolare, la prolattina, come suggerisce il nome stesso, stimola le ghiandole mammarie a produrre il latte: più il bambino succhia e più prolattina viene prodotta. Questo ormone entra in circolo durante ogni poppata per preparare la mammella a quella successiva. Attaccare al seno il neonato spesso e in modo corretto permette di mantenere alti i livelli di prolattina e favorire la produzione di latte. È importante, soprattutto all’inizio, che la mamma allatti anche di notte, quando la produzione di prolattina aumenta.
Già dal quinto mese di gravidanza il seno è pronto per la produzione del latte e durante l'ultimo periodo comincia a produrre il colostro, un liquido denso e vischioso di colore variabile dal giallo all’arancio.
Il colostro è perfetto come primo alimento dei neonati, per la sua caratteristica composizione: un contenuto relativamente limitato di grassi e lattosio, ma tante proteine, vitamina A, anticorpi e oliogosaccaridi.
Come capire se il latte materno non basta
Il bambino è soddisfatto dalla quantità e dalla qualità del latte che gli offro? Questo è uno degli interrogativi che più spesso si pongono le mamme che allattano al seno, tanto da indurle, in alcuni casi, a chiedere addirittura al proprio medico di prescrivere analisi per valutare la composizione del proprio latte.
In realtà una madre può produrre un quantitativo di latte sufficiente per due o persino tre bambini ed è molto raro che la produzione di latte sia davvero insufficiente.
Nella maggior parte dei casi una bassa produzione di latte è invece legata a un allattamento scarso, per esempio a causa di un ridotto numero di poppate, di poppate troppo brevi, di un attacco scorretto del piccolo al seno, dell’eliminazione delle poppate notturne ecc.
Se la quantità di latte estratta dal neonato è scarsa, infatti, la prima conseguenza è una produzione di latte insufficiente o comunque ridotta a causa della scarsa stimolazione della mammella.
Ma quali sono i segnali spia di un’insufficiente produzione di latte? Sono diversi, ma non sempre facili da cogliere da sole. Per questo è sempre bene farsi aiutare dal pediatra o da consulenti per l’allattamento. Tra i campanelli d’allarme ricordiamo:
il mancato recupero ponderale fisiologico del neonato entro le prime due settimane
la mancata produzione di feci entro la fine della prima settimana
un calo ponderale inspiegabile nonché una curva di accrescimento piatta e “in discesa” in un lattante sopra i tre mesi.
Un metodo indiretto, ma abbastanza attendibile, per capire se il piccolo sta assumendo poco latte, è anche valutare quanta urina produce. Di norma un bambino emette un’urina trasparente almeno 6 volte nelle 24 ore a partire dal terzo giorno di vita, mentre un bambino che non prende abbastanza latte urina meno e in genere le urine sono gialle. Per rendersene conto, è sufficiente controllare il numero di pannolini bagnati dal bambino ogni giorno.
Cosa mangiare per produrre latte materno?
A differenza di quanto si pensava in passato, l’alimentazione della mamma influisce solo in minima parte sulla composizione del latte materno. Non è quindi necessario modificare la dieta durante l’allattamento, ma è comunque raccomandato seguire un’alimentazione sana ed equilibrata, in cui non manchino cibi con buoni valori nutrizionali.
Ma cosa passa quindi nel latte materno di ciò che ingerisce la mamma? Non esistono ancora dati conclusivi in merito, ma per precauzione è fortemente consigliato evitare sostanze, come l’alcol o alcuni farmaci (ma non tutti) che, passando nel latte materno, potrebbero essere dannosi per il piccolo.
Per rispondere invece a un altro quesito che spesso si pongono le neomamme che allattano, ovvero come aumentare il latte materno, è bene innanzitutto chiarire che esistono numerosi “falsi miti” da sfatare in merito alla possibilità che alcuni alimenti ingeriti dalla madre possano aumentarne la produzione.
Non è vero, per esempio, che bisogna bere latte per produrne di più e tantomeno che “la birra fa latte”.
Esistono tuttavia alcuni cibi e specifiche erbe che potrebbero essere d’aiuto, ma è importante che sia il medico a consigliarle.
Per esempio, l’orzo è la fonte alimentare più ricca di beta-glucano, sostanza che favorirebbe un aumento della prolattina e quindi la produzione di più latte. Altri alimenti ricchi di beta-glucano sono l’avena, il grano e il riso integrale.
Spremitura del latte
Quando, per le cause più diverse (dalla prematurità ad alterazioni del cavo orale), il neonato non è in grado di succhiare il latte direttamente dal seno si consiglia sempre di provare a spremere (o “tirare”) il latte materno.
La spremitura è utile per diverse ragioni: non solo per alimentare un bambino con difficoltà a coordinare la suzione, o che non vuole attaccarsi, ma anche per alimentare un neonato con basso peso, per mantenere la produzione del latte quando la madre e il bambino sono separati o, ancora, per drenare un seno eccessivamente teso e aiutare il bambino ad attaccarsi.
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